Mino Campanino, pianista, direttore d’orchestra, compositore, maestro di canto.

(Campagna, Salerno 28 maggio 1904 – Napoli, 29 dicembre 2003).

 

Il maestro Campanino a Napoli era una vera e propria istituzione musicale: nella sua casa di piazzetta Rodinò, passarono le grandi voci della lirica, tantissimi allievi di canto e grandi interpreti della musica leggera e napoletana. Proveniente da una famiglia nobile trasferitasi a Capua all’inizio dell’800, il suo nome completo era barone Girolamo Campanino di San Giovanni dei Zoppi. Il nonno Giuseppe aveva sposato la nobile Luisa Milani ed il padre Luigi la nobildonna Elena de Micheroux. La famiglia Campanino ricchissima, viveva delle rendite provenienti dalle proprietà di Capua e Campagna. Così dopo l’istruzione di base, quando Mino volle intraprendere la strada musicale, per una famiglia di così nobili origini fu un vero e proprio scandalo. Ma la sua tenacia superò il volere paterno e al Conservatorio San Pietro a Majella si diplomò in pianoforte, violino, strumentazione per banda e composizione. Dopo i titoli conseguiti nel 1924, si trasferì a Milano dove al Teatro dal Verme debuttò come direttore d’orchestra nel Rigoletto di Giuseppe Verdi. Nei primi anni giovanili diresse opere anche al Lirico di Milano, al Ponchielli di Cremona, al Regio di Parma. Nel 1925 diventa al Teatro di San Carlo maestro sostituto e direttore d’orchestra, collaborando anche per la stesura di alcune opere, quali Giuliano di Zandonai e la Resurrezione di Alfano. La collaborazione con il Massimo Napoletano, si protrae per cinque anni, riprendendo in una seconda fase tra il 1935 ed il 1940 e poi il 9 gennaio del 1944 con la direzione di un concerto. Grazie al suo bagaglio musicale, il maestro Campanino scrisse romanze da camera e l’operetta Nel pianeta Marte su libretto di Tom Cioffi. Ma eccelse come pianista accompagnatore, grazie alla sua memoria prodigiosa che gli consentì di avere un repertorio sterminato di opere, romanze liriche e canzoni napoletane. Diventò il pianista prediletto di Beniamino Gigli, anzi gli fu offerto di seguirlo nelle tournèe in America, ma il maestro Campanino rifiutò adducendo motivi famigliari, consentendo di accompagnare il grande tenore solo in Italia. Tutti i grandi dell’epoca andarono da lui per ripassare o imparare spartiti come Tito Schipa, Benvenuto Franci, Francesco Albanese, Toti Dal Monte, Magda Olivero, Rosa Raisa, Pina Esca, Mafalda Favero, Mario Del Monaco, Rosetta Pampanini, Augusto Ferrauto. Ma l’insegnamento fu una vera e propria passione, non solo voci liriche, tra cui il soprano Ottavia Conforti che diventerà sua moglie, ma anche grandi cantanti della canzone napoletana hanno giovato dei suoi insegnamenti tra cui Aurelio Fierro, Tullio Pane, Sergio Bruni, Mirna Doris, Lucia Cassini e tanti altri. Compositore anche di canzoni napoletane tra cui: ‘A canzone d’’è rrose, Tre chitarre, Speranza di De Filippis cantata da Katina Ranieri e Tullio Pane al Festival di Napoli del 1954, Desiderio ‘e serenata e Fenestella senza sole incisa da Beniamino Gigli per la Voce del Padrone, Luntananza, Me pare ‘e te vedè, Varca ‘e nisciuno, e poi in italiano con la collaborazione di E. A. Mario, Porcellana e capodimonte, Vanità, Compagna mia. Il maestro Campanino fu anche responsabile come supervisore canoro per la casa discografica Durium, responsabile per la trasmissione radio di grande successo Sul mare luccica. Compose la canzone Primavera siciliana che fu introdotta nel film Luce e il commento sonoro per di ‘Na santarella per Eduardo de Filippo e per la rivista Voci dal mondo di Nino Taranto.
Il maestro Campanino ha diretto al Teatro di San Carlo, nell’aprile 1929, il balletto Les Sylphide, musica di Fryderyk Chopin, coreografia di Julie Sedowa.  

Varca 'e nisciuno (Cacciapuoti - Campanino) tenore Francesco Albanese

 

Gino Campese, direttore d'orchestra

(Napoli, 21 marzo 1914 – 12 settembre 1973).

 

Inizia giovanissimo la sua carriera artistica, infatti appena dodicenne commentava al pianoforte film e spettacoli di varietà e durante la guerra gli viene assegnato il compito di organizzare un’orchestra per le truppe alleate, Orchestra melo ritmica del 31° reggimento di fanteria, tra i cui orchestrali figurava anche il percussionista Gegè di Giacomo. Si diploma in pianoforte al conservatorio di musica San Pietro a Majella, sotto la guida di Rossomandi, Finizio e Laccetti, ed entra subito a far parte dei maestri sostituti del Teatro di San Carlo. Per la Casa Zerboni di Milano, ridusse per canto e pianoforte molte arie di Domenico Cimarosa. Fu uno dei protagonisti del rilancio della canzone napoletana nel dopoguerra. Dal 1945 al 1948 diresse a Radio Napoli (EIAR di Pizzofalcone) l’orchestra di Melodie del Golfo, poi ribattezzata Orchestra d’archi e fu lui a dare il nome d’arte al cantante napoletano, Guglielmo Chianese, universalmente conosciuto come Sergio Bruni. Si ricorda la trasmissione Nel Bazar della rivista, di Federico Fellini (il grande regista) e Ruggero Maccari, trasmessa il 26 dicembre 1945, con la direzione dell’orchestra di Gino Campese. Dopo quattro anni lasciò la Rai, chiamato dal sovrintendente Pasquale Di Costanzo, per assumere la direzione musicale del palcoscenico del San Carlo, con la mansione aggiuntiva di primo maestro sostituto, diventando un protagonista della vita musicale del Teatro, grazie alla sua professionalità diventò un punto di riferimento per i grandi direttori impegnati presso il Massimo Napoletano. Continuò a dirigere concerti di musica sinfonica ed a svolgere l’attività di pianista accompagnatore. Scrisse vari brani da camera ed una Rapsodia epica. Tra le canzoni più fortunate du “Sunnanno a Pusilleco” del 1946, scritta con Salvatore Di Costanzo, fratello del famoso Sovrintendente del Teatro . Ma furono anche popolari ‘O munaciello, su versi di Canetti, Sì sempe ‘a stessa (1945), Napulitano all’estero (1948), ‘A canzone d’’e rrose, Bella figliò e ‘Ncampagna è n’ata cosa sempre su versi di Canetti (1948), Nun è cchiù comme a ‘na vota (1951); Straniera mia (1954); ‘A zuccheriera (1955). Compose le colonne sonore di due film di Raffaele Matarazzo, Catene del 1949 e Tormento del 1950 con protagonisti Amedeo Nazzari ed Yvonne Sanson. Altre canzoni da lui composte sono Ammore n’zuonno, A pecurella, Chitarrata antica, Canario cantatore, Lasseme stà, Mamma mia, Matutina, ‘O viento, Pupatella sfortunata, Senza sole, Serenataccia, Sempre con te, Torna Napula a cantà, Tempesta, Tramonto a Napule, Uocchie verde, interpretate da grandi artisti dell’epoca tra cui Beniamino Gigli, Gabriele Vanorio e Luigi Infantino. Fu anche docente al corso straordinario di Avviamento al Teatro Lirico istituito dal Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli.

 

Per il San Carlo ha diretto:

 

9 giugno 1951, Paisiello : Il barbiere di Siviglia

 

Con Baruffi, Monti, Poli, Tajo, La Porta regia di Vittorio Viviani

 

Al Teatro della Reggia di Caserta;

 

12 settembre 1951, Giordano : Mese Mariano

 

Con Fortunati, Garofalo, Cassinelli regia di Vittorio Viviani

 

Al Teatro Mediterraneo per la V Estate Musicale Napoletana

 

26 agosto 1954, W. Shakespeare, Molto rumore per nulla su musiche di Renzi

 

Con Barzizza, Spada, Piazza, De Carmine, Garrani, Ronconi, Scaccia, Moretti, Mondolfo, regia di Brissoni